Come già detto nella premessa, Blue Dragon si presenta in tutto e per tutto come un titolo di stampo classico, affondando le mani in quasi tutti gli stereotipi giapponesi delle serie jrpg più famose. La storia si dipana tra le vicende di un gruppo di bambini, classica fonte d’ispirazione eroica, in cui il giovane di turno, in questo caso Shu, si vede costretto dagli eventi a combattere contro un male che perseguita il proprio villaggio da anni. Insieme ai suoi amici Jiro e Knucle si presta nell’abbattere “lo squalo della terra” innescando una serie di eventi che li porteranno al cospetto di Nene, conquistatore e artefice a quanto pare del male di molti, e di una guerra incombente che va oltre i problemi di un piccolo villaggio. E’ proprio durante questa scoperta che Shu e gli altri entrano in possesso della capacità di controllare le proprie ombre, che si trasformano in guerrieri animali antropomorfi, di cui tra questi proprio il Blue Dragon nel caso del protagonista Shu. La storia si presta nei canoni più comuni, senza mai tralasciare però quel piccolo dettaglio che permette al giocatore di continuare, senza riscontrare forme di noia alcuna. Una particolare nota dolente si ha nella distinzione dei personaggi, che purtroppo non si distinguono bene gli uni dagli altri. In realtà sembrano soltanto abitacoli da portare in giro durante la storia, senza godere mai di un vero e proprio approfondimento personale nella trama.
